Attento alle donne il nuovo "Welfare" secondo Bindi e Damiano

Il «progetto Bindi-Damiano» si propone in un periodo in cui si evidenziano nella famiglia le più diverse difficoltà: una lettura dei dati Caritas 2006 sulle nuove povertà, infatti, segnala “a rischio” le famiglie monogenitoriali, con particolare riferimento a donne sole con figli, sia italiane che straniere, di solito separate o divorziate, ma anche fortemente penalizzata la tipologia delle famiglie italiane dove “la precarietà è crescente e tocca gli ambiti economici”. Ma vediamolo.


ASILI - Primo passo: combattere le grandi disuguaglianze. Se in Emilia Romagna 27 bambini su 100 possono frequentare l’asilo nido, in Campania la percentuale precipita a 1,7 bambini su 100: cifre troppo lontane dall’obiettivo di Lisbona (33 bambini su 100 all’asilo nido). Nei prossimi tre anni saranno creati quindi 90 mila posti in più. Previsti per gli asili nido 634 milioni di euro in 3 anni. Dice Bindi: “Non erano mai state destinate tante risorse alle scuole per l’infanzia come in questa occasione”.


TUTELE - La Bindi ha avviato un lavoro con il ministro Cesare Damiano: “ci sono migliaia di ragazze precarie che non possono godere di alcun diritto”. Si lavorerà quindi sui congedi parentali e la conciliazione tra lavoro e famiglia. Decisivo in questo senso il riconoscimento del lavoro di cura che le donne svolgono da sempre in famiglia. Solo così si riesce a costruire il nuovo welfare – ha spiegato il ministro Bindi – un welfare che dovrà includere i comparti tradizionali, ma dovrà prendere anche forme inedite.


CONSULTORI – Rilancio e potenziamento dei consultori, in vista della creazione di veri e propri centri per la famiglia. Si dovranno cercare e trovare le risorse finanziarie ed avviare la costruzione di un modello adeguato alle nuove esigenze ed ai nuovi tempi.


FORMAZIONE - Annunciato un progetto di formazione per tutte le donne straniere che svolgono lavori di cura nelle famiglie. “Fanno ormai parte della rete di servizi del nuovo welfare”, ha detto il ministro per la Famiglia, che ha illustrato un piano nazionale sulle badanti a cui il governo dedicherà 100 milioni di euro. “Non stiamo pensando alla creazione di un’altra figura professionale- precisa Bindi- tratta piuttosto di definire un profilo che comunque è già ben delineato” quanto ad una sinergia con i centri provinciali dell’impiego per mettere in chiaro il meccanismo dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro di cura e assistenza domiciliare.

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