TERRA, un pianeta da salvare

CLIMA - In Edicola dal 28 dicembre il uovo numero del National Geographic italiano con il rapporto sullo stato di salute del nostro pianeta: salvare la Terra è una missione possibile, arrestando l’aggressione dell'umano alla natura, sviluppando ricerche scientifiche mirate, e promuovendo una nuova cultura e nuovi modi di agire e pensare. Se l’essere umano sviluppasse infatti un’etica della coesistenza, ovvero un comportamento basato più sull’idea del “noi” che del “me”, ed un modo di pensare che tenendo conto dalla dimensione umana, prenda atto del fatto che senza natura non vi è vita, si svilupperebbe più facilmente il sostegno reciproco fra gli esseri umani, ed il rispetto di questi per ambiente e natura.

Non è un caso se il prestigioso Premio Nobel per la Pace 2007 è stato assegnato ad Al Gore e la Commissione Clima ONU, in virtù dell'impegno per la salvaguardia del nostro pianeta, “per i loro sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall'uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti”.

Rendendoci conto che l’equilibrio del nostro mondo si basa sulle “interdipendenze” e comportandoci “eticamente” si inizierebbe a colmare il divario oggi esistente (vera causa della malattia del nostro ambiente), tra un sistema economico iper-velocizzato, basato su poteri economici ed interessi commerciali, e le necessità più lente della vita biologica degli esseri umani come dell’ambiente. Osserva Stiglitz: «Preoccuparsi dell’ambiente, essere certi che i poveri abbiano voce in capitolo nelle decisioni che li riguardano, promuovere la democrazia e il commercio equo sono elementi necessari per poter ottenere i benefici potenziali della globalizzazione». (Joseph E. Stiglitz, Globalization and Its Discontents, p. 216).

Per rispondere a domande del tipo: come proteggere il nostro pianeta inquinato? Come cambiare le tendenze che vedono una parte del mondo sempre più ricca ed una sempre più povera? Cosa possiamo fare singolarmente per contribuire ad un miglioramento della situazione?, il mensile scientifico propone un numero che “che disegna in modo esauriente la situazione del mondo e dell'umanità di oggi. Si scopre, ad esempio, come le attività dell'uomo abbiano alterato quasi il 35% della superficie del pianeta per creare pascoli e colture; gli ecosistemi degli oceani hanno subito gli effetti della pesca al punto che hanno ridotto fino al 10% le popolazioni di alcune tra le specie di pesce più richieste dai consumatori. E per capire il livello d'inquinamento che produce l'umanità basta un solo dato: nel corso della propria esistenza ogni individuo del mondo industrializzato genera rifiuti pari a 600 volte il proprio peso, tra cui ben il 12% è plastica. Quello dell'acqua resta un grave problema: ogni giorno da uno a due miliardi di persone devono lottare con la natura per procurasi i 20-50 litri per bere, mangiare e lavarsi. Ma c'è un grosso sforzo per diminuire i costi di desalinizzazione dell'acqua di mare. Forse anche per il pianeta ammalato le soluzioni esistono: investimenti, sviluppo tecnologico e ricerca potrebbero le ricette su cui scrivere le prescrizioni adatte.” (Luigi Bignami, Repubblica.it)

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