PARITA' Nuove norme per le aziende UE

STRASBURGO - Norme storiche, quote e sanzioni per femminilizzare i Consigli di Amministrazione delle Imprese sono arrivate in questi giorni. Dopo dieci anni di attesa, battute di arresto e ostruzionismi vari, il Parlamento europeo ha adottato martedì la direttiva sulle donne nei Consigli di Amministrazione delle Imprese europee (Women on Boards). La direttiva vuole garantire procedure di assunzione trasparenti basate sul criterio del merito, per raggiungere la presenza di almeno il 40% di donne nelle posizioni dirigenziali non esecutive entro giugno 2026 o nei Paesi che introdurranno le quote è richiesto il minimo del 33% di donne nelle posizioni amministrative (in caso si sottorappresentanza).

La direttiva che entrerà in vigore 20 giorni dopo la sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE, prevede un sistema di norme vincolanti e di sanzioni per le società che non rispetteranno le regole. Le piccole e medie imprese con meno di 250 impiegati sono invece escluse dall’ambito di applicazione.

Gli Stati membri avranno due anni per mettersi in regola. Attualmente le grandi imprese quotate in borsa dell’UE annoverano 30,6% di donne nei Consigli di amministrazione con forti differenze tra gli Stati membri.

Fino a questo momento, solo 7 su 27 Stati, hanno adottato una legislazione vincolante a livello nazionale riguardo la parità di genere nei Consigli di Amministrazione; 9 Stati membri non hanno adottato norme e 10 non hanno norme vincolanti. Gli ultimi dati dell’Istituto europeo per la parità tra uomini e donne confermano che soltanto norme vincolanti possono cambiare le cose per le donne.

Dopo il dibattito in seduta Plenaria e l’adozione della Direttiva, Roberta Metsola, Presidente del Parlamento insieme alle co-relatrici Evelyn Regner (S&D, Austria) per la CommDonne e Lara Wolters (S&D, Paesi Bassi) per la CommGiuridica, hanno incontrato la Stampa ed evidente era la soddisfazione delle tre rappresentanti per lo storico risultato raggiunto. «Da oggi i Consigli di Amministrazione delle imprese europee non saranno più esclusivamente maschili». «Si va verso un mercato del lavoro più equilibrato». «La Direttiva mette in discussione gli attuali equilibri di potere», hanno affermato.

È da tempo risaputo come le imprese, la Società e tutte le donne in generale, traggano vantaggio e beneficio dalle decisioni assunte da Consigli di Amministrazione caratterizzati da maggior parità ed equilibrio di genere.

Marisa Giuliani (Bruxelles, 22-23 2022)  

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