Sicurezza: forze dell'ordine in piazza contro le bugie del governo

ROMA - Le forze dell'ordine dicono basta alle strombazzate del governo sulla sicurezza che non ingannano più nessuno. Dicono basta loro, che in gran numero questo governo lo hanno votato, e si ritrovano con il contratto scaduto da due anni, e la proposta di un "esiguo ed offensivo" aumento mensile di 2€ lordi per la specificità e 40€ lordi in busta paga. Quello che il governo non dice quando fa la sua propaganda, è che nelle questure e negli uffici mancano cose come i toner per le stampanti e la cancelleria, che c'è chi si porta da casa la carta igenica, che i 'colleghi' delle zone terremotate d'Abruzzo ancora vivono, lavorano ed alloggiano nelle tendopoli, in barba ad ogni criterio di sicurezza. Il ministro Brunetta li ha insultati: ma i "fannulloni" ed i "panzoni" come li ha apostrofati nel tempo, non s'incantano più: loro sanno che mancano i fondi per gli affitti e molti uffici sono sotto sfratto, come sanno che non ci sono soldi per riparare le auto nè per fare il pieno per uscire in pattugliamento.

Insomma, le forze armate si sono stufate, ed imbracciate le bandiere dei sindacati (una ventina, tra cui le maggiori sigle come Siulp, Sap, Silp per la Cgil, insieme ai sindacati della marina, della finanza, del corpo delle guardie forestali e della polizia penitenziaria) hanno incrociato le braccia e sono scesi in piazza il 28 ottobre nella capitale per chiedere al governo quel confronto che incredibilmente manca. La Capitale accoglie la manifestazione delle donne e degli uomini in divisa (sentita l'assenza del Cocer Carabinieri), e Di Pietro e Bersani si uniscono a questi manifestanti venuti da tutta Italia per segnalare le mille ipocrisie ed incoerenze di un governo che in campagna elettorale aveva fatto della sicurezza il proprio cavallo di battaglia.

Non mandano giù le forze dell'ordine italiane un "modello di sicurezza" solo annunciato dal governo, ed ancora non posto in opera. Non mandano giù le ronde, la "mancanza di adeguati investimenti in risorse, mezzi ed infrastrutture che rischia di produrre il collasso del sistema sicurezza": non si fanno concorsi dal 1996. "Una volta sulle volanti ci stavano i ventenni" -dicono- "oggi l'età media è di 43 anni". Non mandano giù -manco a dirlo!- il fatto di aver avuto tagli ai fondi per gli straordinari, e certamente non sono contenti "dell'isolamento sociale e delle condizioni di disagio professionale ed alloggiativo" che sentono e vivono sulla propria pelle ogni giorno. Se la "sicurezza è un diritto, ed i diritti non si tagliano, si difendono" i poliziotti 'panzoni' (ma, ci tengono a precisarlo, non coglioni!) rivendicano ascolto, "rispetto, dignità e strumenti". Insieme a risposte precise, puntuali e coerenti da parte di quelle istituzioni di cui sono parte e che, anche in questa occasione, si sono guardate bene dal presentarsi per un confronto. Ad onor di cronaca, all'indomani della manifestazione il governo ha promesso 100milioni di euro da destinare alla sicurezza: in molti si trovano a sperare che i fondi promessi, se erogati, non verranno destinati all'allargamento del parco delle auto blu...

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