Istruzione donne sconfigge la fame

FAME - L'istruzione delle donne è l'elemento imprescindibile per combattere la fame nel mondo, una violazione dei diritti di base dell'essere umano che oggi riguarda più di un miliardo di persone nel mondo. E’ quanto emerge dalla quarta edizione dell’Indice mondiale della fame (Global Hunger Index 2009), presentato a Roma il 12 novembre dal network di ong italiane Link 2007. De Marchi (Pam): “Meno istruita è la donna più la sua famiglia soffre la fame”. La malnutrizione infantile fa più impressione: in occasione del vertice mondiale sulla sicurezza alimentare che si terrà a Roma dal 16 al 18 novembre e che vedrà a raduno molti grandi della terra per parlare di sicurezza alimentare, la FAO ha lanciato un appello chiamando ad uno sciopero della fame di un giorno in tutto il mondo: "inaccettabile la situazione di 1 miliardo di sottonutriti".

Il problema risiede anche nella mancanza di fondi: Medici Senza Frontiere utilizzando dati dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), della Commissione Europea, della Gates Foundation e di UNITAID per analizzare i flussi di finanziamento dei principali donatori, segnala che «sebbene miliardi di dollari di assistenza internazionale siano classificati come “aiuti alimentari per lo sviluppo e sicurezza alimentare” o “aiuti alimentari d’emergenza”, meno del 2% viene effettivamente speso in interventi destinati specificamente a ridurre la malnutrizione infantile. Inoltre, i fondi esistenti vengono sprecati attraverso pratiche inefficienti, come la politica del governo degli Stati Uniti che invia aiuti alimentari in natura, e che aumenta i costi di 600 milioni di dollari rispetto a una politica di acquisti di aiuti alimentari in loco.

L’assenza di sforzi mirati - ha dichiarato Stéphane Doyon, responsabile nutrizione di MSF - significa che i bambini più piccoli ricevono alimenti inadeguati che non contengono gli elementi nutrizionali fondamentali di cui hanno bisogno per non diventare malnutriti”. “Esistono opportunità per aumentare in parte i fondi destinati alla nutrizione semplicemente migliorando l’efficienza delle politiche esistenti dei governi donatori”.»

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