Diritti Umani: Amnesty e la pena di morte nel 2006

ROMA - Nel 2006 le condanne a morte eseguite sono diminuite rispetto all'anno precedente, ma le esecuzione sono ancora migliaia e si concentrano in sei paesi di cui la Cina è il capofila. I paesi che ancora applicano la pena di morte sono 58. Delle 1.591 condanne a morte eseguite nel mondo, più di 1000 sono state eseguite in Cina. Sono comunque 6 i paesi in cui si concentra il 91% di tutte le condanne: la Cina al primo posto, poi l"Iran, il Pakistan, l'Iraq, il Sudan e infine gli Stati Uniti d’America, Sono i dati resi noti da Amnesty International nel corso dell’ appuntamento con i giornalisti nella sede della Stampa Estera della Capitale il 27 aprile.

Il fenomeno della pena di morte nel mondo rimane inaccettabile, nonostante la parziale diminuzione delle condanne eseguite. Seppure si è passati dalle 2.148 del 2005 alle 1.591 del 2006, va tenuto conto che nel corso dello scorso anno ben 55 diversi paesi hanno comminato condanne a morte (in totale 3.861).


Il rapporto di Amnesty International segnala anche che i dati potrebbero essere sottodimensionati a causa della difficoltà di reperire informazioni, sopratutto in certi paesi. Al primato che spetta alla Cina, fa seguito il Kuwait, che vanta il più alto numero di esecuzioni in relazione alla popolazione complessiva.


Fucilazione, impiccagione, accoltellamenti e lapidazione hanno ucciso –approssimativamente- in Iran 177 persone, in Pakistan 82, e 65 in Iraq.Capitolo a parte quello che riguarda gli USA, dove gli “esportatori di democrazia” nel 2006 hanno realizzato un totale di 53 esecuzioni.

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