La storia di Margherita: “abiezioni” di coscienza ed interruzione di gravidanza volontaria
ROMA - Siamo al secondo appuntamento con Margherita e la sua storia, quella di una donna che nel proprio percorso di interruzione di gravidanza volontaria, incontra l’opposizione (l’ostruzionismo?) degli obiettori di coscienza di cui pullulano le strutture sanitarie pubbliche italiane. Nella seconda parte di questa vicenda, dopo la conferma di una grave malformazione del feto “incompatibile con la vita”, Margherita e suo marito decidono di ricorrere all’interruzione di gravidanza volontaria (IGV): un percorso in cui Margherita sarà ostacolata, umiliata, ferita, isolata. Per certi versi anche disprezzata.
“Mi spiega il genetista -scrive Margherita- che nella maggioranza dei casi queste sono gravidanze che si interrompono da sole e comunque anche nei rari casi in cui vengono portate a termine il bambino muore entro pochi mesi. Non c’è altro da fare che interrompere volontariamente la gravidanza. Nei giorni precedenti avevo già discusso questa eventualità con la mia ginecologa ed avevo appreso che abortire dopo la 12^ settimana di gravidanza significa partorire. Sì, entro quel tempo la donna viene addormentata, viene praticata un’aspirazione e successivamente il raschiamento, ma dopo la 12^ settimana invece bisogna effettuare un “miniparto” che viene indotto attraverso l’applicazione di ovuli che stimolano la dilatazione del collo dell’utero fino alla fuoriuscita del feto. Successivamente viene effettuato un raschiamento in anestesia generale. Durante il “miniparto” però bisogna essere attive come in un parto “normale”.
In ogni caso la ginecologa sottolinea quanto sia importante evitare di arrivare troppo in là con la gravidanza, perché più le settimane passano e più è lungo e difficoltoso il miniparto. Quindi condivide in pieno il suggerimento del S. Anna di fare la villocentesi in modo che, se ce ne fosse bisogno, ci si troverebbe non troppo avanti con la gravidanza (la villocentesi si può effettuare già a partire dalla 11^ settimana, diversamente l’amniocentesi non prima della 16^). Appena il genetista mi comunica la terribile notizia, chiamo subito la mia ginecologa per cominciare a mettere in moto la macchina relativa alla interruzione volontaria di gravidanza (IVG).
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