La prostituzione non è un reato

Controverse reazioni alla proposta sulla lotta alla prostituzione di strada dopo l'emendamento al pacchetto sicurezza presentato da Filippo Berselli e Carlo Vizzini. La misura introdotta che indica le prostitute soggetti “socialmente e moralmente pericolosi” prevedendo carcere, foglio di via, espulsione, misure di sorveglianza, suscita accese reazioni. Maggioranza divisa. Opposizione compatta nel NO al provvedimento. E mondo dell’attivismo cattolico schierato: “la prostituzione non è un reato”.


Il provvedimento, visto con favore dal ministro della Giustizia Alfano che afferma trattarsi di “un principio condivisibile” e“misura importante”, è fortemente avversato dall’ex ministro dell'Interno Pisanu, che ritiene “aberrante attribuire unilateralmente alle prostitute per strada il presunto reato contro la sicurezza e la moralità pubblica assolvendo a priori i loro clienti”.


Accanto ai sostenitori del progetto strade pulite, anche i cultori del ritorno alle case chiuse, Ministro Maroni in testa, per il quale “bisognerebbe creare dei quartieri a luci rosse” che garantirebbero “controllo sanitario” e “tutela dei cittadini”.


Parlamentari e voci dalla società civile rigettano con sdegno questa decisione e sottolineano la necessità di non criminalizzare le donne, indirizzando invece tutti gli sforzi dell’azione di fermezza nei confronti degli sfruttatori. Il governo ed i parlamentari paladini del volere del popolo, ascolteranno queste voci prima di decidere?

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