8 MARZO Senso, storia, attualità e tradizione

8 MARZO - In Italia, dalla fine della Seconda guerra mondiale, l'otto marzo é stato «in pari tempo, giornata di rivendicazione e di lotta» come ricordava la Senatrice Marisa Rodano scomparsa di recente. Fu occasione infatti di cortei, sit-in, comizi, assemblee, non più per il solo diritto di voto, conquistato dalle donne italiane nel gennaio 1945 e che in un certo qual modo ne era stato la genesi, ma per tutti gli altri diritti ancora sospesi.

Diritti a partire da quello al lavoro e sino alla riforma del diritto di famiglia, con i temi del divorzio, della depenalizzazione dell'interruzione volontaria di gravidanza e le leggi contro la violenza sessuale e la violenza in famiglia a fare da perno.

Negli anni però si è visto un certo declino che ha fatto dubitare su senso e l'utilità di questa celebrazione.

«Negli ultimi decenni del Novecento la "spinta propulsiva" dell'8 marzo sembrava esaurita: perché? Da un lato perché il suo carattere politico, il suo contenuto di lotta erano indeboliti nel momento in cui l'8 marzo era diventato un'occasione o un pretesto per rivolgersi alle donne dai più diversi pulpiti e spesso con opposti scopi. Ma anche perché, purtroppo, la giornata era divenuta consumistica, una ricorrenza come S. Valentino o la Festa della Mamma: regalini confezionati con la mimosa, scatole di cioccolatini...»

Una distorsione che non è stata colpa dei movimenti delle donne ma del marketing, che si appropria di tutto, ma che nei primi anni del nuovo millennio, ha visto il ritorno di «manifestazioni e iniziative consone al suo carattere e alla sua tradizione».

Ciononostante ci troviamo «in una situazione contraddittoria: da un lato le donne sono più istruite, acculturate, emancipate, consapevoli, presenti nella sfera produttiva e pubblica, una situazione ben diversa da quella dei primi anni della Repubblica: secondo il censimento del 1961 le casalinghe prive di redditi propri erano 11 milioni e il 10% delle donne era analfabeta. Dall'altro il sistema sociale (orari e tempi di lavoro, modalità di organizzazione degli studi, della ricerca, dell'attività lavorativa, persino il linguaggio) è ancora caratterizzato - come se nulla fosse cambiato - dal tradizionale presupposto di una divisione dei ruoli sociali secondo il sesso: agli uomini lo studio, il lavoro, la politica, alle donne la riproduzione e la cura».

A chi oggi dubita che celebrare la giornata internazionale delle donne abbia ancora un qualche valore, basterà ricordare che le donne prendono parola con finalità inclusive, di riforma e di emancipazione, cercando e trovando modi per migliorare le nostre società e la qualità della vita di tutte e tutti.

In occasione della cerimonia di conferimento della Laurea Honoris Causa in Scienze della comunicazione, nel 2013 all'università di Cassino, Rodano volle ricordare la storia e il senso delle celebrazioni dell'otto marzo con una imperdibile  Lectio Magistralis di cui abbiamo riportato in virgolettato alcuni brani e che è possibile scaricare a QUESTO LINK.  

[Crediti: foto di apertura di Eva Panitteri, altra free da Unsplash ]

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