Libertà di stampa: sorvegliata speciale

ROMA - Ancora una volta la stampa viene messa sotto accusa per aver esercitato la propria funzione: l'informazione. La redazione de L'Espresso e le abitazioni dei giornalisti Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi sono state perquisite questa mattina (venerdì 12 setembre - ndr) dalla guardia di Finanza per controllare e sequestrare documenti e computer dei giornalisti; una perquisizione ordinata a seguito della pubblicazione dell'inchiesta di copertina del settimanale "Così ho avvelenato Napoli" in edicola dal 12 settembre, ma anticipata sul web. "Nell'inchiesta –scrive La Repubblica.it- sono riportate le confessioni dell'imprenditore Gaetano Vassallo, sullo smaltimento dei rifiuti tossici in Campania per conto della Camorra. Nelle sue confessioni Vassallo chiama in causa politici e funzionari: in particolare il sottosegretario all'Economia, Nicola Cosentino, oltre a una nutrita schiera di sindaci e manager degli enti locali campani." Non si è fatta attendere la presa di distanze di Cosentino, che si dichiara estraneo ai fatti.

Immediati i messaggi di solidarietà alla redazione de L'Espresso, messaggi tra l'altro pienamente condivisi anche dalla Redazione di Power & Gender: «Siamo preoccupati - afferma Paolo Butturini, segretario di Stampa Romana - per il clima di ostilità che si va diffondendo nel Paese verso la libera informazione. I giornalisti esercitano soltanto il loro diritto-dovere di indagare e raccontare ai cittadini quel che accade in Italia. In una democrazia è necessario che l'informazione sia tutelata e possa svolgere liberamente il proprio compito. Nel caso dei colleghi de L'espresso, poi, siamo di fronte a giornalisti che, a rischio della propria incolumità, indagano sul perverso intreccio fra politica, imprenditoria e poteri criminali nell'oscura vicenda dello smaltimento dei rifiuti tossici».


La redazione de L'Espresso, attraverso una nota, esprime la propria grande preoccupazione per l'intervento delle 2fiamme gialle" : «Ancora una volta l'esercizio del diritto di cronaca è oggetto di atti intimidatori che respingiamo fermamente. Gravi e offensivi per il lavoro dei nostri giornalisti appaiono per di più i modi con cui le perquisizioni si stanno svolgendo (ben diciotto agenti impegnati). Non possiamo fare a meno di notare - conclude la nota del cdr - che un simile spiegamento di forze avviene in seguito ai riferimenti contenuti nell'inchiesta sul presunto ruolo nello scandalo dei rifiuti di un sottosegretario del Governo»."

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