LAVORO: se l'azienda è in crisi le donne ne pagano il prezzo

LAVORO - "Nell’attuale clima di recessione economica il mercato del lavoro penalizza di più le donne. In Italia, alla fine del 2008, la disoccupazione maschile è aumentata dello 0.8%, e per le donne dell’1.3%: sono le donne a essere poste per prime in cassa integrazione e in mobilità, e sono più le donne degli uomini ad avere lavori precari. La crisi occupazionale farà sentire i suoi effetti, secondo le stime, anche nel 2009 e nel 2010, con una contrazione ulteriore del lavoro femminile." Gli effetti di questa crisi, alla luce dei dati più recenti, sono stati esaminati mercoledì mattina (21 gennaio) nel corso del seminario "Donne, pari opportunità e mercato del lavoro" organizzato dalla Provincia di Torino a Palazzo Cisterna. Le donne, prime tra i lavoratori ad essere messe in cassa integrazione o ad andare in mobilità, sono anche coloro che si fanno carico, a casa, della cura di anziani e bambini.

La situazione attuale è ben riassunta dalle valutazioni della senatrice Vittoria Franco, ministro ombra delle Pari Opportunità del Pd, che attraverso il proprio sito segnala come sia giunto ”il momento di investire sull’uguaglianza tra uomini e donne lungo tutto l’arco della vita. Alle lavoratrici italiane servono misure per il superamento delle disparità salariali e per il riconoscimento della maternità, più servizi alla persona, asili nido. Insomma, un welfare più amico delle donne”.


Il rilancio dello sviluppo del Paese - continua Vittoria Franco - passa attraverso la valorizzazione del lavoro femminile, che non può essere realizzata senza introdurre misure di reale parità lungo tutto l’arco della vita. Il disegno di legge sull’occupazione femminile e sul welfare che abbiamo presentato in Senato contiene proprio queste misure e si occupa anche delle lavoratrici autonome e precarie, prevedendo per esempio il riconoscimento della maternità con relativo versamento di contributi figurativi”. (20 gennaio 2009)
Le donne oggi sono più istruite, ma più povere e più precarie degli uomini” scriveva Franco in una lettera aperta inviata al ministro Renato Brunetta a fine anno, a proposito dell’innalzamento dell’età pensionabile femminile. “Una donna su cinque è costretta a lasciare il posto di lavoro quando nasce il primo figlio e difficilmente riesce a rientrare nel mercato del lavoro. Il tempo dedicato alla cura da una donna che lavora ammonta mediamente a quattro ore e 20 minuti al giorno, mentre gli uomini ne sono pressoché esonerati: poco più di un’ora”. In altre parole: “Tutti sanno che la crisi pesserà soprattutto sulle spalle delle donne, che saranno le prime a perdere il lavoro” .

  • Visite: 4833
© 2020 www.power-gender.org
Power&Gender Testata giornalistica online Gestione semplificata ai sensi del'Art. 3bis, Legge 103/2012 Direttrice responsabile: Eva Panitteri