CONVEGNI Prostituzione se ne discute a Roma
CONVEGNI (Roma) 21-gen-2018 - Nella sala “Carla Lonzi” della Casa Internazionale delle Donne di Roma affollata da donne di ogni età, beneducate e non banali e anche giovani uomini, abbiamo ascoltato la conferenza “Sex work is work” (senza punto interrogativo).
Dalle 16,00 alle 19,00 si sono susseguite le comunicazioni dal palco introdotte e coordinate da Barbara Bonomi Romagnoli. Ha rotto il ghiaccio Maria Rosa Cutrufelli, ricordando come “sex work" sia parola recente, quindi un percorso storico: gli anni Settanta, il libro “Prostituzione” (1971) il proprio libro sul “Cliente” 1981, il saggio del 2002 di Paola Manzini “il mercato delle donne”. Fu nel 1970 nel primo collettivo femminista per il salario del lavoro domestico che avvenne il primo incontro tra prostitute o lavoratrici del sesso e il femminismo. M. R. Cutrufelli ha ribadito che la prostituzione è un fatto politico come ha dimostrato il femminismo, che lo ha affrontato con reazioni emotive oscillanti dall’esasperazione alla dimensione politica. Oggi la discussione non si svolge più su posizioni di scontro radicale tra femministe e prostitute, bensì è la discussione tra femministe quella dai toni più accesi. Il confronto non implica la condivisione, ha aggiunto, ma l’esposizione delle rispettive posizioni. Al posto di prostituzione come “libertà di scelta” ha suggerito la denominazione di “scelta volontaria”.
È quindi intervenuta Pia Covre, dal 1982 fondatrice e responsabile del sindacato delle prostitute italiane, che ha sede a Trieste, ospite della Casa delle Donne di quella città.
Non è stato propriamente un confronto, né un dibattito quello che si è tenuto alla Casa, ma piuttosto un racconto, con punte di autocoscienza, (le due ragazze del collettivo che hanno raccontato esperienze di prostituzione) di biografie personali e motivazioni economiche che hanno determinato situazioni di vita. Libera scelta è stato ribadito e non scelta volontaria come suggerito da M.R. Cutrufelli anche perché a scelta volontaria è semplice sovrapporre "scelta forzata”.
La parte scientifica e di approfondimento è stata affidata alla comunicazione di Giorgia Serughetti,
(Italia) autrice del libro/ ricerca “Uomini che pagano le donne”. Una attivista dello ICRSE (Inghilterra) International Committee on the Rights of Sex workers in Europe (non citata nella presentazione) ha illustrato slides tratte dal sito ICRSE e descritto condizioni di lavoro delle sex workers a Londra. Ha precisato che su tratta e trafficking non si sarebbe soffermata, ma ha concluso, per l’ITALIA con la richiesta non di legalizzazione ma di DECRIMINALIZZAZIONE .
Dopo molto parlare si è aperto alla discussione al “confronto". Lo spazio per la discussione era di quattro minuti (4). Impossibile affrontare, per non parlare del “confrontarsi” anche su un solo argomento. Con buona pace di M.R. Cutrufelli "l’esposizione delle rispettive posizioni" dovrà essere rinviata ad altro luogo e altra sede.
La prostituzione propria non è reato. Non vieta la vendita al cliente del proprio corpo, ma vieta lo SFRUTTAMENTO - da parte di terzi - del corpo e del sesso di altri esseri umani. La decriminalizzazione non risolve i problemi del “lavoro” delle prostitute risolve piuttosto quelle del business della prostituzione dell’ “industria del sesso”. Non risolve i problemi di violenza e insicurezza che caratterizzano il "lavoro" delle prostitute, ma piuttosto mette al sicuro quelle di venditori e procacciatori di sesso a pagamento e dei clienti.
Da donne bianche a donne bianche la richiesta di "solidarietà" le sex Workers di altri colori e di altri paesi? Le minorenni? 32% delle prostituite sui viali casalinghi?
Se qualcuno/a riesce a spiegarmi i contenuti femministi di questa proposta gliene sarò grata.
NB L’impossibilità di sottoporre all’incontro le nostre considerazioni ci spinge a pubblicarle interamente.
Potete trovarle leggerle e scaricarle dal sito di Power and Gender
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