Olimpiadi: confermata censura su internet

PECHINO - La stampa straniera accreditata ai giochi olimpici, insieme ai colleghi residenti abitualmente nel Paese, lamenta di non riuscire ad accedere ad una serie di siti web, critici verso il governo, siti che rimarranno bloccati come quelli che trattano di diritti umani, e le tematiche degli esuli tibetani. Tra quelli "proibiti" -secondo la BBC- Amnesty International, Human Rights Watch, la versione in cinese del sito della stessa BBC (disponibile invece quella in inglese), Deutsche Welle, una radio tedesca, i giornali Apple Daily di Hong-Kong e Liberty Times di Taiwan. Bloccati anche i siti con le informazioni relative ai fatti di Piazza Tiananmen del 1989.

La censura delle autorità sui siti internet rimarrà in vigore durante le Olimpiadi nonostante le assicurazioni governative al Comitato olimpico internazionale (Cio): lo conferma il portavoce del Comitato organizzatore dei Giochi di Pechino, Sun Weide, ribadendo la posizione dalle autorità cinesi. "La nostra promessa era di permettere ai giornalisti di usare internet per il loro lavoro durante le olimpiadi -ha dichiarato- e noi abbiamo assicurato questa possibilità a sufficienza". Di fatto un ostruzionismo che non garantisce l'accesso completo al web durante i giochi. Il Comitato olimpico internazionale ha definito "deludente" la decisione di Pechino, assicurando che tratterà la questione molto "seriamente" e che "indagherà" sulle denunce dei giornalisti.

 

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