Scuola: la "Gelmini" è legge tra bugie e provocazioni

ROMA - "Oggi (ieri, 29 ottobre - ndr) a piazza Navona hanno fatto il loro ingresso sulla scena i provocatori neofascisti. Sono arrivati con un camion dalla musica assordante e hanno coperto l'altoparlante dei manifestanti pacifici che da più giorni, anche con la pioggia, hanno presidiato la Corsia Agonale, varco che unisce la piazza alla sede del Senato. Schierati in falange militare hanno picchiato gli studenti pacifici, mandandone qualcuno all'ospedale. Poiché la polizia finora si era comportata con equilibrio, stabilendo con i manifestanti pacifici anche un'atmosfera di quasi cordialità, dispiace dire che in questo caso si è schierata in ritardo, benché avvertita, e senza interporsi tra i violenti e i tranquilli. Quando i primi sono partiti all'attacco, la polizia stava alle loro spalle invece che davanti. E quando è passata alla carica ha colpito entrambi i contendenti, senza fare troppe differenze.

Per la serenità delle future, lunghe iniziative di lotta è necessario che questo incidente rimanga isolato e ridotto a caso non ripetibile. E' essenziale che gli studenti non siano indotti a vedere nella polizia un'entità ostile. E' utile ricordare che il governo che ne dispone è di gran lunga più temibile. Lo vedremo presto con la riforma dell'università o, più precisamente, con l'applicazione della legge 133 all'università. Con la sostituzione di un solo ricercatore su cinque e il conseguente blocco dell'avvicendamento delle generazioni, prepara la fine della ricerca. Sono preoccupati gli studiosi di tutto il mondo. Su Nature hanno scritto: la Gelmini contribuirà a svuotare i nostri laboratori; come faremo senza i giovani ricercatori italiani su cui eravamo abituati a contare? Leggere per credere."

 

 

 

Fonte: Micro Mega

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