A Roberto Baggio il ''Peace Summit Award 2010''

ROMA - E' stato assegnato a Roberto Baggio il ''Peace Summit Award 2010'' il riconoscimento che annualmente tutti i Premi Nobel per la pace assegnano alla personalità che più si è impegnata in azioni umanitarie. Conferito ''per il suo impegno forte e costante alla pace nel mondo e le relative attività internazionali'', Roberto Baggio riceve questo importante riconoscimento il suo aiuto alle organizzazioni benefiche e per il suo impegno nella campagna di liberazione della leader politica birmana Aung San Suu Kyi. L'ex Pallone d'Oro, campione di Fiorentina e Juventus, oggi responsabile del settore tecnico della Figc di Coverciano e da qualche anno anche ambasciatore dell’Unicef, è dunque il ''Man of peace'' dell'anno, e riceve un riconoscimento in passato assegnato ad Annie Lennox, Bono, George Clooney e Don Cheadle, Peter Gabriel, Bob Geldof, Cat Stevens e Roberto Benigni. Il premio verrà consegnato nella giornata finale del Summit dei premi Nobel per la pace che si svolgerà dal 12 al 14 novembre ad Hiroshima. (VIDEO) (Video anche alla nostra sezione video)

Walter Veltroni, l'ex sindaco di Roma che istituì il premio dichiara: "Il riconoscimento a Baggio premia il suo impegno nei confronti dei diritti umani, alimentato evidentemente anche da una sensibilità e un'attitudine alla spiritualità religiosa, che gli ha permesso di costruire delle speciali relazioni fra sé e gli altri". Un riconoscimento che per Roberto Baggio è ''meglio del Pallone d'Oro al cui confronto è risibile ogni altro successo personale e professionale". «Io, nella pratica quotidiana di cittadino consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri, ho un'idea ben precisa rispetto alla regola fondamentale che dovrebbe guidare l'esistenza di ciascuno: la felicità del singolo non può e non deve mai passare attraverso l'infelicità altrui. Sicchè, per quel che può valere e per il momento, posso garantire che vi porto nel cuore e che dividerò il premio che mi verrà consegnato in Giappone con tutta la brava gente della mia terra ferita a morte».

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