Col decreto “svuota-carceri” lo stalker resta fuori

  Roma 31 luglio 2013 Quando il rimedio rischia di essere peggiore del male .  Il problema che si intendeva affrontare era il sovraffollamento delle carceri e le condizioni disumane nelle quali si trovano migliaia di detenuti. Con l'approvazione del decreto, ciò che si ottiene non corrisponde però alle dichiarazioni iniziali Un articolo pubblicato da  Il secolo XIX  riassume con chiarezza gli effetti che il decreto “svuota carceri” avrebbe sui colpevoli dei reati di stalking ,  ma non solo su di essi – Si spiega con chiarezza quale è stato il percorso della legge nei vari passaggi tra commissione Giustizia e Aula e chi ha proposto gli emendamenti che otterrebbero questi effetti negativi non soltanto sullo stalking ma anche sul finanziamento illecito dei partiti, favoreggiamento, contraffazione,falsa testimonianza e abuso d’ufficio. La "strana maggioranza" e la ministra Cancellieri non hanno fatto un buon lavoro. Da parte nostra si  confermano , aggiornati all'approvazione già avvenuta, tutte le perplessita e le osservazioni di Simonetta Sotgiu con l'aggiunta di una buona serie di reati ignobili legati in genere alla cattiva e distorta gestione della politica

Per maggior chiarezza di informazione  riportiamo integralmente dal secolo XIX del 30 luglio le osservazioni che condividiamo:  “Sull’onda dei recenti fatti di cronaca, non ultimo quello di Massa Marittima culminato in un duplice omicidio-suicidio , sono molti i politici e i magistrati che chiedono misure più severe per gli stalker, cioè per chi commette maltrattamenti in famiglia, spesso minacciando e molestando. Ma al momento, l’unico risultato concreto che si rischia di ottenere è che per chi si macchia di tale delittopotrebbero non scattare più la custodia cautelare in carcere né agli arresti domiciliari.

 In commissione Giustizia del Senato circa 10 giorni fa venne accolto da tutta la maggioranza, con parere favorevole del governo, l’emendamento presentato daLucio Barani (Gal) che spostava il tetto per il carcere preventivo dai 4 ai 5 anni. Grazie a questa modifica, confermata dall’Aula di Palazzo Madama, l’articolo 280 del codice di procedura penale cambierebbe così: «La custodia cautelare in carcere può essere disposta solo per delitti, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni».

Ma l’articolo 612 bis, quello che disciplina il reato degli “Atti persecutori”, cioè dello stalking, prevede che la pena per questo reato vada da sei mesi a quattro anni. Quindi, l’odioso delitto resterebbe fuori. Sono molti ora, in commissione Giustizia della Camera quelli che chiedono a gran voce di cambiare il testo del decreto anche per evitare che si compia «l’ennesimo errore».

Il provvedimento, secondo il Pd, andrebbe comunque rivisto per tornare «allo spirito originario proposto dal governo», come spiega il responsabile Carceri del partito Sandro Favi. E cioè per reinserire la modifica della legge ex Cirielli sulla prescrizione. Questa parte del provvedimento venne tolta al Senato su richiesta del Pdl.

«Occorre che il decreto legge sul carcere che oggi inizia la discussione in seconda lettura alla Camera - insiste Favi - sia modificato e torni allo spirito originario proposto dal governo. Non abbiamo bisogno di norme minime e contraddittorie che non possono incidere profondamente per risolvere la drammatica emergenza carceraria italiana».

Non c’è solo lo stalker che non andrà in carcere o ai domiciliari con la modifica introdotta al Senato, che aumenta il tetto massimo per la custodia cautelare in carcere, dai 4 a 5 anni: la custodia cautelare in carcere n on scatterà neanche per chi finanzia illecitamente i partiti e chi rende falsa testimonianza.

Le conseguenze di questa modifica alla quale sembra che il Pdl non voglia proprio rinunciare, sono di una certa importanza: non ci sarà più il carcere preventivo per l’abuso d’ufficio (la pena massima di questo reato era stata portata a 4 anni nella precedente legislatura) e per chi rende false informazioni ai Pm.

Si “salvano” infine dalla custodia cautelare anche i reati di favoreggiamento,contraffazione, introduzione nello Stato e vendita di marchi contraffatti. Sono tutti reati per i quali è prevista una pena massima di 4 anni. Mentre ormai il tetto perché scatti la custodia cautelare in carcere è di 5 anni.

In commissione Giustizia della Camera ora si vorrebbe modificare il testo del decreto per tornare alla versione licenziata dal governo, ma il Pdl non sembra intenzionato a rinunciare alle modifiche introdotte al Senato. E il tempo stringe visto che il decreto è atteso nell’Aula di Montecitorio per domani.

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