"Essere madri in Italia" - per l'Istat una donna sempre più consapevole e servizi da implementare
50mila interviste rivelano che le italiane hanno meno figli rispetto alle altre mamme d’europa, una età media sempre più alta e che crescono ansia ed incertezza dovute anche alle difficoltà di inserimento nel mercato del lavoro. Questo il quadro che emerge dal dossier “Essere madri in Italia” a cura dell’Istat, (Istituto centrale di statistica) riferito all’anno 2005.
E sempre dal rapporto Istat: “Sarebbe riduttivo concludere che le madri lavorano prevalentemente per necessità economica: la stessa motivazione ‘lavoro per contribuire al bilancio familiare’ racchiude in sé anche un’idea della soddisfazione personale che hanno le donne nel poter apportare il loro contributo al benessere economico della famiglia”.
Nella realtà di tutti i giorni bisogna però tenere presente che desiderio e libera scelta entrano spesso in conflitto con le concrete esigenze familiari e con la realtà del mondo del lavoro. Le donne non solo incontrano più difficoltà ad accedere al mercato del lavoro ma trovano più difficoltà a mantenerlo dopo la nascita del primo figlio per via delle enormi difficoltà nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro comuni a moltissime donne. Vengono allora utilizzati sempre di più i congedi parentali e l’astensione dal lavoro per maternità ma, in mancanza di servizi e strutture quali gli asili nido, le nonne e i nonni, ovvero il ricorso alla solidarietà intergenerazionale, sembra rappresentare l'unica soluzione.
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