India: silenziosa strage di donne

«L’india ha due piaghe: le donne sparite e le violenze contro i cristiani. Le prime si contano a decine di milioni, uccise nel grembo materno o da bambine. Quanto all'intolleranza anticristiana, l'ultima esplosione si è avuta nell'Orissa, ad opera di fanatici dell'induismo e delle caste alte». Ne hanno parlato i vescovi indiani nel corso di una assemblea plenaria riunitasi dal 13 al 20 febbraio. Ne scrive Sandro Magister su L’Espresso on-line il 20 febbraio.

«L'uccisione delle bambine sia nel grembo materno sia dopo la nascita –spesso con erbe velenose o annegandole, simulando un incidente– è una pratica che in India è fortemente diffusa. In molte famiglie la nascita di una bambina è considerata un peso insopportabile, anche per la costosissima dote che dovrà accompagnare il suo futuro matrimonio. La possibilità di conoscere in anticipo il sesso del nascituro ha moltiplicato a dismisura l'aborto selettivo delle bambine.

Per arginare la strage il governo indiano ha proibito l'individuazione prenatale del sesso, ma questo divieto è largamente aggirato. L'effetto è un impressionante squilibrio demografico tra i maschi e le femmine, che in alcuni luoghi raggiunte punte vertiginose. Nello stato del Madhya Pradesh, nei distretti di Bhind e Morena, vi sono oggi solo 400 donne ogni 1000 uomini.

La Chiesa cattolica si batte per contrastare il fenomeno e risvegliare le coscienze, con l'accordo di altre confessioni religiose. L'ultima iniziativa in questo senso è un appello lanciato a fine gennaio da duecento leader religiosi indiani, di fede cristiana, induista, islamica e sikh, contro questo "crimine contro Dio e contro l'umanità".»

 

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