Le donne del Gaslini non ci stanno

Genova. Ospedale Gaslini 17-3-2008. Le donne non ci stanno a questo turpe gioco voluto da Ferrara e dai suoi sodali. Lavorano tutte nell’ospedale condotto dal cardinale Angelo Bagnasco, responsabile dei vescovi italiani, dove alle donne non è consentita l’IVG ma soltanto l’aborto terapeutico. Sono tutti obiettori di coscienza quelli che lavorano al Gaslini. Ma le persone che hanno conosciuto Ermanno Rossi non ci stanno allo sciacallaggio di Ferrara e della Tarsia, che hanno tappezzato Genova di manifesti su Erode e la sua strage, riferendosi al medico suicidatosi nel corso dell’inchiesta sugli aborti praticati nel suo studio privato. Hanno preso carta e penna ed hanno scritto una lettera, che ha raccolto in poche ore le firme di tutte, dottore, infermiere,operatrici. La riproduciamo integralmente ….

“ Noi Ermanno Rossi lo conoscevamo bene. Perché ci lavoravamo insieme. Siamo le donne del Gaslini, dottoresse ed infermiere, che con Ermanno hanno percorso un pezzo di strada professionale....

Abbiamo passato con lui nottate in Sala operatoria, abbiano condiviso lo stress, la fatica. Ma lo abbiamo anche visto parlare sottovoce alle sue pazienti , sorridere in quel modo tutto suo mentre le accompagnava nel momento più importante dell loro vita. E loro si fidavano di lui. Si affidavano a lui. Noi ne eravamo testimoni. Anche noi ci fidavamo di lui, come collega, come medico, come uomo. Molte di noi gli hanno consegnato i segreti più itimi, le vite che nascevano dentro i nostri corpi. Molte di noi lo hanno scelto. E non è stata una scelta casuale. Ermanno era solido e sicuro. Ci si poteva affidare. E noi lo sapevamo.

Se Ermanno ha sbagliato noi lo perdoniamo. Altre donne come noi, ma più in difficoltà di noi, si sono affidate a lui. E lui ha offerto il suo aiuto a chi lo chiedeva. A chi era angosciata e spaventata ha detto: < Stai tranquilla>, come faceva lui, a voce bassa, con un mezzo sorriso. Ha teso una mano, solida e sicura.

Se Ermanno ha sbagliato noi lo perdoniamo. Ha pagato un prezzo più alto di quello che la giustizia gli avrebbe mai chiesto.

Noi Ermanno Rossi lo conescevamo bene. Conoscevamo Ermanno, non Erode”.

 

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