KODO: la magnificenza dei tamburi di Sado

Chi vive questa performance da spettatore arriva a percepire, attraverso il linguaggio universale della bellezza, l’armonia e la diversità della natura giapponese, cogliendo il messaggio di questa compagnia che porta in scena radici culturali e stili di vita non più attuali, ma tenuti in vita dai fondaori di Kodo, il “nuovo cenacolo per le arti“ fondato negli anni sessanta in un luogo, Sado, che sin dal medioevo fu zona di confino per gli esuli e gli intellettuali che si opponevano al sistema (tra i più noti al pubblico occidentale, Nichiren Daishonin, fondatore dell’omonima scuola buddista - Ndr). La scelta dei costumi, a volte sorprendenti perchè tradizionali, altre volte sorprendenti perchè evidentemente reintepretati, per lo meno nella scelta delle cromie, colori e tessuti metallici dall'effetto singolare del tipo carta da cioccolatino che  ad un primo sguardo sembrano stridere con un ritmo ed una proposta classica certamente testimonianza d’altri tempi, non riesce a distrarre dal messaggio quasi ancestrale di questa musica, fondendosi come una scheggia di luce al suo interno, in una sorta di trait-d’union, necessario per conuigare tradizione del passato e sguardo al futuro in uno spettacolo capace di rendere il momento presente assolutamente indimenticabile e straordinario.

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