Aung San Suu Kyi tornerà libera presto?

A Rangoon, il 22 settembre, la premio nobel per la pace Aung San Suu Kyi ha rotto l’isolamento in cui è stata confinata dalla giunta militare golpista che tiranneggia la Birmania dal 1988. Lo ha fatto perché invocata dai giovani monaci buddisti e dalla popolazione che ancora una volta, come nel 1988, si mobilitano uniti contro i tiranni. “Lunga vita alla Signora San Suu Kyi, che possa tornare libera presto” invocavano i giovani religiosi birmani. Aung, 62 anni, ha trascorso gli ultimi 18 anni, prigioniera nel suo domicilio, controllato notte e giorno dai militari che la imprigionarono dopo la sua vittoria alle elezioni democratiche del 1990.

In esilio in Inghilterra vivono i figli e in quel paese è morto, senza che lei potesse rivederlo, il marito. La novità che da speranza al movimento odierno e legata alla forte presenza dei religiosi nel paese, sono 600.000 , piu numerosi dell’esercito. La sollevazione popolare, malgrado sia stata duramente repressa con centinaia di arresti e feriti nelle prime giornate, prosegue e si allarga ad altre città: a questa si sono uniti i monaci, uscendo dall’isolamento delle loro pagode e conventi. I monaci, dopo il ferimento di alcuni religiosi, hanno scelto di escludere dalla comunità religiosa del paese i militari . Lo hanno fatto rifiutando l’elemosina e il cibo dai militari e rifiutando loro la benedizione e i riti sacri. E hanno mostrato la loro scelta di campo a tutto il paese marciando verso la casa di Aung , luogo proibito per tutti , simbolo vivente di democrazia e voglia di pace.

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