OLIO EVO & Produttrici ANTONELLA TITONE

OLIO EVO - Antonella Titone, Sicilia [Scritto per Vitamine Vaganti n. 99/2021] Gli uliveti delle terre di Sicilia regalano bellezza agli occhi, fragranze ai sensi e gusti appassionati a quelle pietanze che trovano l’abbraccio con i loro oli. Prodotti inconsueti, solari, odorosi di aromi che richiamano storie antiche di passione e di amore per il lavoro dei campi. Il territorio della provincia di Trapani, la «terra dei profumi», è dove nascono gli oli extravergine di Antonella Titone, imprenditrice che sceglie questo settore come lavoro della vita alla soglia dei quaranta, «nel mezzo del cammin di nostra vita» come dice prendendo in prestito le parole dal Sommo Poeta.

«Nella storia della mia famiglia, farmacisti da generazioni, me compresa, la terra era sempre stata investimento e mai lavoro. Tantomeno il principale. Poi, un giorno, mi sono trovata a fare questa scelta conservativa sulla spinta dell’amore per mio padre, nell’intento –e col desiderio– di preservare ciò che quest’uomo amava e a cui si era dedicato tutta la vita.»

Una volta scopertasi abbastanza serena da poter intraprendere percorsi nuovi, diversi e mai esplorati, Antonella trasforma in un gioiello l’azienda che il padre aveva a sua volta trasformato da vinicola a olivicola e per la quale, quando la pratica era ancora pressoché sconosciuta, aveva scelto la via della coltivazione biologica.

«Mi sono comportata da figlia devota decidendo di portare avanti la creazione di mio padre, perché ritenevo fosse giusto, doveroso, etico. Qualcuno di noi figli doveva pur farsi carico dell’azienda e piano piano, nonostante mi stessi addentrando in un mondo di cui non conoscevo nulla, sono riuscita a farla mia. Studiando a più non posso ogni tipo di materia e seguendo ogni possibile tipo di corso.

Il nostro primo olio completamente biologico fu creato da papà; la DOP Valli Trapanesi, invece, nasce con me ed è l’olio nel quale mi sono sempre maggiormente rispecchiata. Perché l’ho curato in prima persona sin dalla selezione delle olive. Perché ho cercato di produrre di volta in volta, a partire da quello che ottenevo in campo, un olio che riflettesse il mio carattere. Perché, infine, ho voluto oli che fossero eleganti, mai aggressivi, equilibrati. Capaci di esprimere sensazioni gustative e olfattive che –come la madeleine Proustiana– sapessero riportare a memorie primordiali». Oli in grado di evocare ricordi dell’infanzia e sensazioni di natura, dove si potessero rintracciare profumi e tempi antichi.

«Con una passione quasi più da profumiera che da produttrice di Olio EVO, seguendo il principio dei profumi e degli aromi, ho portato in questo lavoro  il mio approccio ed il mio pensiero femminile.»

Non desiderando produrre un olio troppo carico di polifenoli (con trascorsi da farmacista non ha mai amato considerarlo un rimedio curativo), Antonella Titone nel suo olio EVO ricerca modi per esprimere un prodotto che possa risultare piacevole e che sappia al contempo colpire ed entusiasmare. «All’olio, attribuisco un senso diverso» dice. «L’aspetto primario è sempre stato quello edonistico, ma oltre al piacere di creare e suscitare sensazioni, voglio anche tessere fili tra me e le persone, attraverso un prodotto che abbia un’anima».

L’ambizione si realizza. Attraverso l’attenzione, attraverso la cura con cui segue tutta una serie di piccoli aspetti, apparentemente insignificanti, e tuttavia capaci di generare un risultato molto importante, Antonella riesce a imprimere al suo olio EVO tutta la propria energia vitale e creativa. «Un’impronta –dice ancora, e con orgoglio– che viene spesso percepita».

A certi livelli oggi, tutti fanno prodotti di qualità. Invece qui prevale una ricerca dove l’aggiungere e il raggiungere divengono trasferimento di un immaginario che travalica il prodotto stesso. «Può anche darsi –continua– che questo aspetto idealistico sia solamente frutto della mia fantasia. Eppure, so per certo di essere riuscita a trasmettere a chi lo ha assaggiato, sensazioni di gioia. Non è facile cercare di esprimersi su queste note; ci sono produttori bravissimi in questo settore, produttori e produttrici che lavorano con tecnologie moderne avanzatissime, che non sono le mie. Nonostante ciò, so che questo mio modo di lavorare mi consente di esprimere qualcosa in più. Inclusa quella differenza che sta nell’essere donna. L’approccio femminile a questo lavoro è completamente differente da quello degli uomini. Noi donne, infatti, siamo più assolutiste, più passionali e sicuramente sempre madri dei nostri prodotti dai quali tiriamo fuori quell’anima greca, quel pathos, che riempie l’olio di elementi e significati che vanno ben oltre l’alimento stesso».

«Questo periodo di pandemia, restando in tema di pathos, ha portato con sé una grande tristezza, perché se la mia generazione ha sempre potuto scegliere liberamente per la propria vita, sembra che al momento, alle nuove, non sia concessa la possibilità di andare verso il mondo, lasciando loro solo un luogo vuoto, senza speranza e senza futuro».

Durante il primo lock-down la famiglia Titone reagisce bloccando le attività dell’azienda nelle settimane più cruciali, riducendo le attività all’aperto, incrementando i controlli e lavorando distanziati. A seguire, porta nuova attenzione nelle modalità lavorative e se da un lato rinuncia al lavoro conto terzi, dall’altro opera la scelta di una raccolta delle olive anticipata che inizia il 22 settembre: «abbiamo avuto rese nella media ed un buon olio, anche perché qui sosteniamo gli alberi con l’irrigazione di soccorso, una pratica che stabilizza le fasi di crescita dell’albero e di raccolta delle olive. Possediamo da sempre un sistema di irrigazione perché prima producevamo vino e perché la nostra zona è tipicamente povera di precipitazioni. Tuttavia, i disagi del cambiamento climatico si stanno comunque manifestando; li riscontriamo prevalentemente nella componente chimica degli oli. La maturazione un po’ anomala delle olive, così anticipata, si riverbera negativamente sulla struttura della pianta, che ne risente. Di conseguenza anche i composti nutrizionali ne vengono influenzati: quest’anno abbiamo notato negli oli variazioni sicuramente legate all’andamento climatico, con una cultivar in particolare che ha risentito della maturazione anomala. L’olio extravergine che produciamo resta sempre nei parametri dell’EVO, ma alle analisi si evidenziano modifiche importanti, al punto che la pianta, l’oliva ed anche l’olio stanno cambiando e devono essere monitorate. I parametri nutrizionali fondamentali devono essere tenuti sotto controllo perché il rischio è che l’olio, discostandosi troppo da determinati criteri, pur rimanendo extravergine, possa non essere più conforme al disciplinare della DOP.

Insomma, una volta fare l’olio era più semplice!  Oggi invece il cambiamento climatico ci costringe a prestare maggiore attenzione a cose che prima davamo per scontate, a situazioni che non sussistevano. Una fatica enorme, ma il mio approccio preferisce comunque concentrarsi sulle soluzioni: è una questione di metodo. Che magari non sarà esattamente tra i più tradizionali, eppure non bisogna mai dimenticare che i problemi che si presentano, una volta compresi, si risolvono.»

Per chi avesse trovato fonte d’ispirazione nella filosofia produttiva e nell’approccio all’extravergine di Antonella Titone, visitando il sito dell’azienda è possibile approfondire:  https://titone.it/

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