Bavaglio alla stampa e Ddl intercettazioni visti da Carofiglio

ROMA – In contemporanea con l'iniziativa della Federazione Nazionale Stampa Italiana che martedì 24 febbraio ha organizzato nella sede di Roma un'iniziativa, aperta alla società civile, decisa assieme all'Ordine dei giornalisti, all'Unione cronisti italiani e con la partecipazione della Fieg per sensibilizzare alle "inaccettabili e pesanti modifiche avvenute in Commissione Giustizia della Camera del ddl Alfano sulle intercettazioni che mettono la pietra tombale sulle notizie di cronaca giudiziaria" Peter Gomez dalle pagine de l'Espresso ne ha parlato con Gianrico Carofiglio «per anni pubblico ministero in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata e poi scrittore e senatore del Pd: "parlamentari o in malafede o incompetenti" perché in "un sistema sano la Corte interviene sui singoli aspetti di norme che hanno comunque una loro coerenza, mentre in questo impianto l'unica coerenza leggibile è la volontà di ridurre i controlli di legalità e la capacità investigativa della polizia"».

Per non lasciare nulla di intentato, la Federazione degli editori ha sottoscritto con il Sindacato dei giornalisti un comunicato congiunto di denuncia degli emendamenti introdotti che suona come un appello al Capo dello Stato, al Parlamento e al Paese perché sia rivisto profondamente il testo del disegno di legge Alfano. La Giunta della Fnsi ricorda che gli ultimi emendamenti, bocciati senza appello anche dal Csm - con una dichiarazione del suo vicepresidente Nicola Mancino - reintroducono pesanti limitazioni e bavagli all'attività giornalistica fino a prevedere il carcere e pesanti ripercussioni economiche per gli editori che pubblicano notizie sulle indagini, nei fatti impedendo ai lettori di venire a conoscenza di notizie di rilievo pubblico.

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