8 Marzo: restituiamo il vero all'immagine delle donne

ROMA - "La pubblicità offensiva è la più visibile delle violazioni contro il genere femminile".Da sempre l'UDI è impegnata per e con le donne: attiva sin dagli anni ’40, testimone di molti cambiamenti, nell’ultimo periodo si è concentrata sulla difficile ma sempre attuale battaglia per la corretta rappresentazione dell’immagine femminile nei media: Se ci offendi non vale è lo slogan volutamente richiamato al ritornello di una famosa canzone, scelto per la campagna Immagini Amiche nata in concomitanza con le celebrazioni dell'8 marzo. “Le immagini violente, volgari, irrispettose della dignità femminile sono un danno per le donne e per l’intera società, sono un danno per il presente e per il futuro che vogliamo, perché minano alla base la possibilità di una convivenza civile e rispettosa dei generi. Vogliamo proporre una azione politica puntuale, organizzata e condivisa a partire da iniziative già intraprese sia da noi che da altre per contrastare le immagini lesive e gli stereotipi femminili ovunque, non solo nella pubblicità.” Così scrive Pina Nuzzo, delegata nazionale dell’UDI, per una preoccupazione ampiamente condivisibile dato che, ovunque, nudi femminili ed immagini volutamente provocanti invadono la nostra vita.


L’impegno dell’UDI è inevitabilmente anche politico. Le donne dell’associazione si sono attivate nella richiesta ai comuni affinché questi non consentano che in spazi pubblici vengano affissi manifesti che non rispettino il codice di autodisciplina della pubblicità. Su questo tema sempre la Nuzzo dice: “Non abbiamo chiesto cose inaudite. Semplicemente, che fosse realmente applicata la Risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008 sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini. Ebbene, in questo 2010 si concluderà sulla carta l’azione promossa dal Parlamento Europeo, iniziata nel 2006. Un’azione che è rimasta inapplicata dalla maggior parte dei comuni italiani.”


Il 5 marzo, presso la sede dell’UDI di Roma, è stata dunque presentata la campagna 2010, volta a creare consapevolezza sull’uso negativo e strumentale della rappresentazione femminile cui troppo spesso indulge la nostra società. Sono intervenute ala discussione varie figure femminili di spicco, come: Clara Albani direttrice Parlamento europeo per l’Italia, Fabiola Pala per l’ UDI, Daniela Brancati scrittrice e giornalista, Silvana Campisi presidente Pro.Do.Med., Cristina Mecci AIDOS regista, Francesca Brezzi docente di Filosofia morale Università di Roma Tre e Delegata Pari Opportunità.

 

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