La Turchia faccia un passo indietro

TURCHIA - Le donne turche sono scese in piazza in questi giorni per difendere il diritto all’interruzione di gravidanza dopo le dichiarazioni del premier Erdogan (sostenuto da esponenti del governo) che hanno preannunciato l'arrivo di una legge che vieterà completamente l'aborto nel paese. L’affermazione giunge con un paragone: dopo aspre polemiche su un raid che ha visto la morte di 34 civili kurdi, scambiati per terroristi, il premier ha dichiarato che ogni aborto è un crimine peggiore dell'"errore" dell'aviazione turca. Tanto per spostare l’attenzione dalle proprie responsabilità. Sono quindi seguite dichiarazioni di ministri a sostegno di tale posizione, nelle quali l'interruzione di gravidanza viene definita un "crimine contro l'umanità". La nuova legge in programma vieterà totalmente la possibilità di abortire, anche in caso di stupri o malformazioni gravi, e che lo Stato si prenderà cura di bambini nati da violenze sessuali. Le violenze di stato sulle donne continuano a perpetrarsi, e sempre più, in diverse parti del mondo si cerca di sottrarre loro diritti acquisiti e conquistati: una cosa incredibile e scandalosa!

Come era ovvio aspettarsi di fronte a posizioni reazionarie, la società civile è scesa in piazza, organizzando manifestazioni in tutto il paese, mentre all'interno del governo -e meno male!- si registrano alcuni dissensi, anche a seguito delle posizioni assunte al riguardo dal Consiglio d'Europa, dalle Nazioni Unite e da alcune associazioni per i Diritti Umani come Amnesty International e Human Rights Watch. La posizione di Amnesty infatti è per i diritti umani delle donne, che devono vivere libere dalla paura, dalla violenza e dalle coercizioni quando affrontano le conseguenze dello stupro e di altre violazioni dei diritti umani. L’aborto è stato legalizzato in Turchia solo nel 1983: fare oggi un passo indietro, come segnala anche l’organizzazione mondiale per la salute (WHO) significherebbe costringere all’illegalità le donne, che comunque continueranno ad abortire, esponendole inoltre a pesanti rischi per la salute e per la propria vita. Ma al governo poco sembra importare.

  • Visite: 5426
© 2020 www.power-gender.org
Power&Gender Testata giornalistica online Gestione semplificata ai sensi del'Art. 3bis, Legge 103/2012 Direttrice responsabile: Eva Panitteri