La gente dalle strade cambia il Paese

ROMA - Questo 8 settembre appena passato, è stato un giorno carico di significati e di spunti per la riflessione. A renderlo particolare la notte bianca “da favola” della Capitale dedicata ad Ingrid Betancourt ed “a tutti senza distinzione”, ma anche il “V-day” indetto da Beppe Grillo a Bologna per dire NO ai pregiudicati in parlamento, e la passeggiata che a Palermo ha testimoniato solidarietà al giornalista dell’Ansa Lirio Abbate minacciato dalla mafia. Se ROMA, con le persone che escono di casa per viversi il bello della folla, diventa il segnale di un paese che cerca più occasioni di cultura e più luoghi non solo virtuali di condivisione (lo ha dimostrato anche Torino con il successo delle notti delle Olimpiadi), BOLOGNA e PALERMO danno a questa Italia la voce della richiesta di legalità e coerenza, a partire dalle istituzioni. Bologna ci aggiunge anche un colorito “vaffa”, spirito di certo non legato ad “alte” filosofie e culture, ma sicuramente più forte e più incisivo di molte parole.


Da tempo i media rimbalzano dichiarazioni delle vari parti politiche su quanto gli italiani siano stanchi, dimenticando -a parte i bla-bla-bla politici ad uso strumentale- di segnalare quanto rende gli italiani veramente insofferenti: oltre all’illegalità, ai lavavetri, alla violenza, alla prostituzione, alla precarietà lavorativa, infatti, sono le varie impunità che più suscitano prurito, la deroga alle regole, ed i privilegi riservati ai personaggi “in vista”, alle “autorità” ed alle “celebrità”, quasi fossero entità al di sopra del resto della nazione.


La gente per le strade di Palermo, di Roma e di Bologna, l’8 settembre, in questo senso indica quanto gli italiani stiano dicendo basta ai “due pesi” ed alle “due misure”. Un basta -di fatto- alle differenze ed alle discriminazioni che sembrano esser state la regola nella gestione del paese negli ultimi 50 anni, ed a cui la società civile sta chiedendo di porre termine.


Tutti gli italiani, e non solo quelli scesi ieri per le strade, dovrebbero dire NO ai condannati che fanno i parlamentari nel nostro parlamento e che ci rappresentano. Dovrebbero indignarsi per le libertà costantemente minacciate e lese, compresa quella di espressione, dovrebbero rifiutare l’evasione fiscale e chiedere con forza che nessuno venga candidato se condannato in via definitiva, se in primo e secondo grado in attesa di giudizio finale. NO anche ai parlamentari di professione (nessun cittadino italiano dovrebbe poter essere eletto per più di due legislature). SI invece alla legalità ed al ritorno dell'elezione diretta del/della candidato/a che dovranno essere votati dai cittadini, per far cessare lo scandalo dei parlamentari scelti dai segretari di partito


L’Italia si muove, ed è in una direzione di correttezza e di trasparenza che il paese chiede di cambiare, rendendo ormai chiaro anche a chi da anni si ostina a non voler vedere, che questo non è solo un movimento, ma il pensiero generale.

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