AMORE e ODIO Giovani relazioni

RELAZIONI ADOLESCENTI - Arriva il giorno di San Valentino e oltre al pensiero di scambiarci rose, cioccolatini e frasi d'amore, siamo tutti a sperare di non dover ascoltare di nuovi casi di violenza e femminicidio. Nonostante dal palco di Sanremo si sia cercato di dare qualche input sulle relazioni amorose non tossiche, infatti, il messaggio di un contributo alla prevenzione del femminicidio è naufragato -e purtroppo affogato!- nel nulla pneumatico dei troppi stereotipi che infarcivano un testo pensato senza reale empatia o competenza.

Per parlare di femminicidio e fare prevenzione non bastano le buone intenzioni o gli esercizi di stile quando tra i/le giovani persistono confusione e convinzioni sbagliate inanellate in una pericolosa serie di errori confermata dal sondaggio 2024 realizzato da Save the Children in collaborazione con IPSOS sulla violenza on-life nelle relazioni intime tra adolescenti in Italia

«Il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia è un segno di amore - si legge nel sondaggio - e per il 21% condividere la password dei social e dei dispositivi con il partner è una prova d’amore.  Il 17% delle ragazze e dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni pensa possa succedere che in una relazione intima scappi uno schiaffo ogni tanto».

Così quasi il 20% di chi ha (o ha avuto) una relazione intima dichiara di essere stato spaventato/a dal partner con atteggiamenti violenti. Tra ragazzi e ragazze sui cellulari si scambiano foto intime spesso pretese con insistenza perché «l’ambiente digitale è parte integrante anche delle relazioni intime», mentre in presenza volano «schiaffi, pugni, spinte, lancio di oggetti» e poi grida, ricatti, insulti violenti e divieti e proibizioni di ogni genere, da come non vestire a chi non frequentare.

Quelli più malati di controllo arrivano addirittura a creare un profilo social falso. Inoltre ben «11% di tutti gli intervistati ha dichiarato che le proprie foto intime sono state condivise da altre persone senza il proprio consenso».

Insomma, un disastro, reso ancora più drammatico dalle età che il campione ha preso in esame, ovvero ragazze (51%) e ragazzi di età comprese dai 14 ai 18 anni. E dalla convinzione agghiacciante del 43% degli intervistati che «si dichiara molto o abbastanza d’accordo con l’opinione che, se davvero una ragazza non vuole avere un rapporto sessuale con qualcuno/a, il modo di sottrarsi lo trova. La percentuale di chi lo dichiara è più alta tra i ragazzi (46%), ma è elevata anche tra le ragazze».

Sono numeri che dicono che servono aiuto specifico mirato ai giovani e maggior prevenzione in generale.

«Preoccupa, analizzando i dati, la accettazione diffusa di forme di controllo tra le coppie di adolescenti, la tolleranza nei confronti di pratiche violente e la persistenza di stereotipi di genere – dichiara Antonella Inverno, Responsabile Ricerca e Analisi di Save the Children –. Considerare gelosia, possesso e controllo ingredienti accettabili e segni di amore in una relazione di coppia o attribuire una responsabilità alla vittima di una violenza sessuale per il modo in cui è vestita non possono essere considerati – purtroppo – retaggi del passato, ma sono opinioni e comportamenti diffusi tra i giovani oggi. È un campanello di allarme che non può essere ignorato. È necessario un intervento sistematico e organico per accompagnare i ragazzi e le ragazze nella crescita affettiva e relazionale».

Come il rapporto dimostra, non mancano al nostro paese voci capaci di analisi e orientamento ai giovani su violenza e femminicidio. Basta volerle interpellare.

[Per le foto free download a corredo dell'articolo si ringrazia Unsplash]

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