Orrori e diritti violati in Birmania dove lo stupro è arma di guerra

ROMA Un rapporto presentato a Roma da Beaudee Zawmin, membro del governo birmano in esilio, porta alla luce casi di stupro e forme di violenza sessuale commesse dall'esercito, nello stato di Shan: 625 casi, negli anni che vanno dal 1996 al 2001. "In Birmania gli abusi sui diritti umani, le torture e le atrocità si verificano quotidianamente, e le vite di donne e bambini sono le più orribili" ha sottolineato Zawmin. Gli abusi avvengono in aree remote sotto stretto controllo dei militari, prive di copertura mediatica. Gabriella Moscatelli, presidente di Telefono Rosa ha espresso la volontà di portare avanti una campagna di sensibilizzazione sulla condizione delle donne Shan in Birmania, per diffondere il più possibile questo rapporto rispondendo così all"appello di Zawmin che con forza e per favore chiede: “usate la vostra liberta per promuovere la nostra”.

C'è un filo sottile che unisce le donne, che passa tra mondi e culture diverse, attraverso storie di abusi e dolori sommersi. E´ il filo della violenza che in modo diverso e costante colpisce il mondo femminile. Le donne di etnia Shan, in Birmania da oltre dieci anni sono vittime di violenza sessuale da parte della milizia, con l´unica colpa di appartenere a una minoranza che chiede riconoscimento dei propri diritti. "Licenza di stupro: genocidio e crimini di guerra commessi dalla milizia birmana contro le donne appartenenti alla minoranza etnica Shan", è il titolo del rapporto presentato a Roma l’11 ottobre nel corso di un convegno organizzato da Telefono Rosa a palazzo Marini.


Zawmin, che vive a Washington, ha ben chiara la strategia politica per liberarsi dell'attuale regime: "vogliamo una riconciliazione nazionale e poi la democrazia. Il principale ostacolo è la giunta militare, riluttante a negoziare con i democratici e con i rappresentanti dei gruppi etnici. Stiamo spingendo per una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell' Onu così da facilitare un dialogo. Ma Cina e Russia pongono il veto, riconoscono il problema Birmania ma non vanno oltre.


Nel rapporto  gli abusi documentati  risultano commessi da soldati di 52 battaglioni differenti,  nell'83% dei casi autori dello stupro sono gli  ufficiali, che compiono la violenza di fronte alle loro truppe. Nel 61%  si tratta di stupro di gruppo. Le donne vengono trascinate in carcere e poi  violentate all'interno delle basi militari, a volte anche per mesi interi. Soltanto in uno dei 173 casi il soldato colpevole della violenza è stato punito dal suo comandate. In tutti gli altri casi a subire le punizioni peggiori, fino anche alla morte, sono state le stesse vittime.  Sono molti anche episodi di tortura e  di violenza brutale sulle donne che si aggiungono agli stupri. Nel 25% dei casi le ragazze dopo la violenza sono state uccise per soffocamento oppure bruciate vive.

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